La recente pronuncia di fine dicembre 2024 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea stabilisce che, all'interno dei Paesi membri ( e quindi anche in Italia ), colf, badanti e baby sitter debbano iniziare a timbrare il cartellino di modo da registrare la presenza e misurare la durata effettiva dell'orario di lavoro giornaliero.
Con la sentenza storica C-531/23 “Loredas”, si afferma il principio secondo cui anche i lavoratori domestici hanno diritto ad un sistema che misuri in modo preciso la durata effettiva dell'orario di lavoro giornaliero.
Il datore di lavoro è quindi tenuto a predisporre un sistema ad hoc di rilevazione delle presenze così da consentire al proprio/i collaboratore/i di timbrare.
Il caso concreto
La decisione della Corte scaturisce dal caso concreto sottoposto all'attenzione dei giudici europei.
Una collaboratrice domestica assunta a tempo pieno aveva impugnato il proprio licenziamento presso il tribunale del lavoro spagnolo.
Dal momento che il licenziamento risultava illegittimo il datore di lavoro è stato condannato a pagarle alcune somme risarcitorie circa giorni di ferie non godute e lavoro straordinario non retribuito.
Il ricorso è stato accolto solo parzialmente dal momento che la collaboratrice non aveva provato nè le ore di lavoro effettuare nè la retribuzione da lei richiesta.
Le pretese della donna non potevano fondarsi sulla mancata produzione da parte del datore convenuto dei registri giornalieri dell'orario di lavoro prestato dalla donna, in quanto, secondo la normativa spagnola, i datori di lavoro domestici sono esentati dall'obbligo di registrazione dell'orario di lavoro effettivo prestato dai propri collaboratori.
Contro la decisione di primo grado la donna ha quindi deciso di proseguire la disputa in appello.
I giudici spagnoli, dubbiosi circa la compatibilità tra la normativa spagnola speciale sui lavoratori domestici e il diritto comunitario hanno richiesto alla Corte di Gustizia di pronunciarsi in merito.
La pronuncia
La Corte di Giustizie UE, richiamando anche una precedente sentenza del 14 Maggio 2019 ( CCOO, causa C-55/18 ), ha dichiarato che le norme che esonerano i datori di lavoro dall'obbligo di istituire un sistema di registrazione dell'orario di lavoro sono contrarie alla direttiva 2003/88/CE sull'organizzazione dell'orario di lavoro.
I giudici della Corte di Giustizia hanno quindi affermato che l'onere della prova non può ricadere sul lavoratore, bensì sul datore di lavoro, il quale è tenuto a registrare e conservare i dati relativi le ore effettivamente lavorate.
La sentenza della Corte di Giustizia UE indica tuttavia solamente l'obbligo di predisporre un sistema che consenta di misurare la durate dell'orario giornaliero dei collaboratori domestici, senza menzione alcuna alle speifiche modalità.
Al fine di conformarsi alle norme europee si è reso necessario introdurre uno strumento di rilevazione presenze. Ad inizio anno abbiamo quindi provveduto ad implementare l'App già presente di Webcolf di modo che la collaboratrice domestica possa effettuare le timbrature delle proprie entrate ed uscite dal lavoro. Abbiamo anche modificato il funzionamento del calendario mensile in modo che tutto sia il più automatico possibile. Clicca qui per maggiori dettagli.